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La Federazione pone un grande tema sul quale riflettere. Le garanzie costituzionali secondo le quali si è innocenti fino a quando una sentenza definitiva non confermi il contrario costituiscono la più alta forma di civiltà. Purtroppo nel passato, anche recentissimo, colleghi e colleghe sono stati additati al ‘pubblico ludibrio’ senza essere mai stati non dico indagati, ma neppure sottoposti a procedimento disciplinare. E questa è l’Inciviltà. E lo diventa ancora di più quando la presunzione di innocenza vale solo per gli amici ma non vale per gli avversari. E questo atteggiamento non è solo Inciviltà. E’ barbarie allo stato puro. La differenza tra civiltà ed inciviltà sta nell’applicare due pesi e due misure. Civiltà vuol dire rispettare le persone, considerarle innocenti, avere fiducia nella Magistratura e auspicare per la Presidente dell’Ordine della Sicilia di riuscire a dimostrare non l’innocenza, ma addirittura la totale estraneità rispetto ai reati contestati.

Però non si può tacere sulla necessità che chi è chiamato ad esercitare funzioni pubbliche debba fare un passo indietro. Come, nel caso dell’Ordine Siciliano ,sembra che un altro componente del Consiglio, forse addirittura una delle cariche, sia stato indagato per reati penali. Sembrerebbe che la prescrizione abbia chiuso definitivamente la vertenza. Bene, la legge lo prevede e la prescrizione fa salva l’innocenza di chi è indagato. Civiltà è non indicare come colpevole chi ha utilizzato la prescrizione così come prevede la leggge. Civiltà è anche non chiedere di rinunciare alla prescrizione. Sono scelte personali e soggettive che vanno rispettate. Però nei due casi descritti sorge un problema che è tutto politico. E’ corretto candidarsi a ricoprire cariche istituzionali, chiedere alle colleghe ed ai colleghi di essere votati, tacendo sulla propria posizione giudiziaria? Sopratutto perchè entra in campo un altro principio per il quale non si possono utilizzare due pesi e due misure: la Trasparenza. Non si può chiedere agli avversari di essere trasparenti e poi tacere agli elettori la propria situazione giudiziaria. Su questo è necessario fare una riflessione profonda.

Mario Sellini

FIP Federazione Italiana Psicologi

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