News|

Quando in una società l’etica abdica, la società stessa ha la necessità di normare.

Quando in una società svanisce il valore di una professione ed emerge solamente l’aspetto economico incentrato sul massimo ribasso, allora la stessa società deve dotarsi di una norma per tutelare i professionisti.

Il diritto a ricevere un compenso equo nei rapporti contrattuali, specie nei casi in cui la controparte è in una posizione dominante, finalmente viene ribadito e normato in maniera chiara.

L’art. 5 comma 4 incarica i Consigli regionali degli Ordini Professionali “ad adire all’autorità giudiziaria qualora riscontrino violazioni alla disposizione”.

In questo comma c’è la difesa dei liberi professionisti e la possibilità, da parte degli Ordini, di agire direttamente verso i committenti scorretti.

Inoltre, la norma legittima lo sviluppo di modelli standard di convenzione, anche questi supervisionati dai Consigli professionali.

Ciò rappresenta un fatto eccezionale, perché attraverso questa scrittura si possono inserire delle tutele ed evitare delle trappole svilenti dal punto di vista economico.

I numerosi consulenti dei Consigli Regionali potrebbero sostenere lo sviluppo di una convenzione standard e anche AUPI, come sindacato che ha un numero considerevole di iscritti libero professionisti, si mette a disposizione con le sue competenze.

La legge sull’Equo Compenso che tutela anche la categoria degli Psicologi liberi professionisti è immediatamente applicabile perché la stessa cita il Decreto Parametri attraverso il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modifica­zioni, dalla legge 24 marzo 2012 (fatto salvo revisioni e ulteriori aggiornamenti che sicuramente non potranno essere peggiorativi).

Come AUPI ci rendiamo disponibili ad offrire la nostra competenza perché non possono sussistere divisioni per la difesa della professione e  la tutela dei liberi professionisti, che fra tutti gli Psicologi sono i più esposti.

Ivan Iacob
Segretario Generale AUPI

Close Search Window