D.P. Dipendente Lombardia
sono iscritta all’AUPI e, dall’1/11/1985, lavoro a tempo pieno e indeterminato presso diversi Servizi della Sanità Lombarda (USSL, ASL, AO, ASST). Dal 1985 a oggi non ho fruito di alcun periodo di aspettativa.
Vorrei chiedere alla mia ASST che mi fossero concessi dodici mesi di aspettativa non retribuita per l’avvio di nuova attività professionale (Psicologo e Psicoterapeuta), come previsto dal Collegato Lavoro del 2010 (art. 18, L. 183/2010).
Chiedo cortesemente:
- Se tale legge sia ancora in vigore.
- Se siano stati predisposti un iter e una modulistica generali, oppure se mi debba rivolgere all’Ufficio Personale della mia Azienda.
- Con quanti mesi di anticipo occorra fare richiesta.
- Se il parere (favorevole/contrario) debba essere espresso solo dal mio Direttore di Dipartimento (lavoro presso un Centro Psicosociale dell’Unità Operativa di Psichiatria) o da altri Dirigenti.
- Eventuali suggerimenti per il buon esito della mia richiesta.
D.P. Dipendente Lombardia
Si tratta di un periodo di aspettativa che può essere richiesto dal pubblico dipendente al proprio datore di lavoro nel caso in cui intenda avviare un’attività professionale o imprenditoriale.
La durata massima di questa aspettativa è di dodici mesi e può essere fruita anche in maniera frazionata.
Il diritto riconosciuto al pubblico dipendente è condizionato all’autorizzazione della pubblica amministrazione presso la quale lavora; quest’ultima, infatti, può negare la concessione dell’aspettativa qualora sussistano motivate esigenze di servizio.
L’aspettativa è concessa dalla pubblica amministrazione di appartenenza del lavoratore, tenuto conto delle esigenze organizzative, previo esame della documentazione prodotta dal dipendente. Quindi, non sorge un diritto in capo al lavoratore poiché l’amministrazione potrà negare la concessione di questa aspettativa qualora sia in contrasto con le esigenze di servizio.
L’aspettativa viene concessa dalla amministrazione all’esito del vaglio della documentazione prodotta dall’interessato e previa ponderazione delle esigenze organizzative datoriali.
Specificamente, chi richiede la aspettativa dovrebbe rappresentare e documentare all’amministrazione di appartenenza (a titolo esemplificativo):
– il settore ove intraprendere l’attività;
– la forma giuridica dell’attività e la documentazione presupposta e necessaria, compresi i titoli e le abilitazioni all’uopo necessarie;
– la ricerca di mercato;
la pertinenza dell’attività imprenditoriale/libero professionale da svolgere con le mansioni svolte nella pubblica amministrazione;
– le possibilità economiche e la garanzia di solvibilità.
Il datore di lavoro, dal canto suo, deve valutare le proprie esigenze organizzative, l’organico ove il richiedente è inserito, la posizione occupata da questi, la specificità delle mansioni svolte.Nonostante gli interessi contrapposti e le rispettive esigenze, lo spirito della legge sembrerebbe essere, comunque, quello di agevolare il più possibile la concessione di questa particolare tipologia di aspettativa, cercando di facilitare il passaggio del personale pubblico a forme di lavoro autonomo e/o imprenditoriale.Durante il periodo di aspettativa il dipendente mantiene la qualifica posseduta ed è sempre possibile il ricongiungimento dei periodi contributivi ad esso spettanti.
In allegato, a titolo esemplificativo, delibera di concessione aspettativa