M.G. Dipendente
Sono dipendente della ASL ….., in qualità di psicologo, in servizio a tempo indeterminato, dal settembre del 2019, in trasferimento per mobilità dalla ASL …., dove ero stato assunto nel 1994 (ex-USL ).
L’ultimo anno di permanenza in asl….. mi era stato riconosciuto un incarico “alto” (non ricordo la denominazione), quale referente del presidio TSMREE Distretto 2, e come ex Responsabile UOS dello stesso, prima della nuova pianta organica che aveva soppresso le UOS TSMREE.
Entrato in asl….., mi sono trovato senza alcun incarico riconosciuto. La mia Responsabile UOC, dott.ssa…………, in un recente colloquio (fine anno 2021) mi aveva riferito che, come mio diritto, presto avrei avuto un incarico, relativo alla gestione dei casi in età adolescenziale, in misura del secondo livello (dal basso). Ieri la mia responsabile UOS, dott.ssa …………, mi comunicava che la cosa non era stata effettuata, come promesso.
Ora, mi chiedo:
1 Il livello assegnato non dipende anche da quello avuto durante nella ASL di provenienza?
2 Essendo mio diritto, come è possibile che dopo due anni dal trasferimento nella asl…. non abbia ancora avuto detto incarico?
Grazie per l’attenzione, i miei saluti più cordiali.
M.G. Dipendente
la mobilità, così come giuridicamente definita, non comporta automaticamente la conservazione dell’incarico dirigenziale ricoperto nell’Azienda di provenienza, tantomeno il diritto a vedersene assegnato uno di pari valore. Il Dirigente ha diritto a conservare tutto ciò che ha a che vedere con l’anzianità maturata, ma non la cd ‘variabile aziendale’ che è quella parte del salario di posizione direttamente collegata e conseguente all’incarico assegnato. L’Azienda di arrivo deve certamente provvedere ad assegnare un incarico al dirigente (l’assegnazione è obbligatoria) ma l’assegnazione deve avvenire nell’ambito degli incarichi disponibili in Azienda. Tra l’altro nel bando di mobilità l’Azienda avrebbe dovuto indicare anche la tipologia di incarico disponibile.