D.P.
sono un collega iscritto all’albo degli psicologi del Lazio. Ultimamente mi sono trovato a fare alcuni concorsi per la figura di Dirigente Psicologo per lo più in Lombardia di cui uno sono risultato idoneo nella provincia di Sondrio ……. Allo stato attuale io e molti dei nostri colleghi ci ritroviamo in Lombardia con tante altre graduatorie attive e altri concorsi anche a tempo determinato appena espletati come per esempio nella ASST ……… quindi stessa provincia senza la possibilità o volontà delle altre aziende sanitarie presenti sul territorio che chiedano di attingere alla graduatorie attive, anzi in alcuni casi bandendo altri concorsi come per esempio non ultimo Lecco, Milano Santi Paolo e Carlo oppure Brescia Franciacorta.
Ora la mia domanda fino a che punto bandire altri concorsi e quando tutto questo possa andare a discapito anche di chi come me risulta già idoneo in un graduatoria e sopratutto come fare per far si che le altre aziende sanitarie della Lombardia possano attingere dalle graduatorie già esistenti come per esempio è stato fatto nel Lazio?
Sicuro di un vostra risposta
D.P.
l’attuale assetto costituzionale, Titolo V della Costituzione, ha demandato tutti gli aspetti normo-organizzativi all’autonomia regionale, rafforzata dallo stato giuridico delle Aziende, le quali, godono dell’autonomia che il Codice Civile riconosce ai datori di lavoro.
Questo quadro normativo si traduce in una totale autonomia delle Regioni e delle Aziende nella scelta di assunzione del personale. In totale autonomia possono decidere di procedere allo scorrimento di graduatorie oppure di procedere all’indizione di nuovi concorsi. Rispetto a ciò, la Magistratura Amministrativa (TAR e Consiglio di Stato) non solo hanno confermato l’autonomia regionale ed aziendale, ma hanno motivato ed argomentato dettagliatamente questa podestà.
A fronte di una autonomia regionale scritta in Costituzione, neppure il Parlamento ha il potere di legiferare, obbligando le Regioni e le Aziende. Lo può fare, ma solo approvando una legge di modifica della Costituzione.
Questo è lo stato dell’arte. Gli unici interventi possibili sono a livello regionale, cercando di “convincere” ogni singola Regione, ad adottare l’una o l’altra modalità di assunzione (scorrimento di graduatoria v/s nuovo concorso).
Infine, ma non ininfluente, c’è un evidente conflitto che attraversa la Categoria. Da un lato ci sono le colleghe ed i colleghi inseriti in graduatorie; dall’altro le colleghe ed i colleghi che spingono per far bandire nuovi concorsi. Le due spinte contrapposte investono la “politica regionale” con ugual forza e peso.
Ma questa è una valutazione politica non tecnica.