D.P. Az. Osp. S. Martino (GE)
mi permetto di sottoporre alla Vs. attenzione un problema che mi sta molto a cuore.
Sono, oltre che dipendente a tempo pieno di un Ospedale della Liguria, laureata in Psicologia, abilitata alla professione ed iscritta all’Albo.
Ho ottenuto una borsa di studio parziale per la frequenza di una Scuola di Specializzazione in psicoterapia, requisito necessario ed imprescindibile per la partecipazione ad “eventuali” concorsi pubblici futuri e per l’esercizio della professione di psicoterapeuta.
Il problema è che per sostenere i rimanenti costi della Scuola (circa 2.500,00 €) non ho mezzi economici… sono separata e madre di due figli (uno studente e uno disoccupato), ho un mutuo ed uno stipendio che non supera i 1.300,00 Euro mensili. La Scuola stessa, per venirmi incontro, mi propone di seguire 1-2 pazienti a settimana presso uno studio fornitomi da loro a titolo gratuito ……Dovrei però emettere fattura ed, ancor prima, aprire P.IVA….o comunque emettere una ricevuta……E qui nasce il problema dell’autorizzazione da parte dell’Ente (Art. 53 D.Lgs. 165/2001 e s.m.i..)
Anche il Regolamento interno, in adempimento con la normativa vigente, non prevede questa possibilità, se non per chi ha un contratto a part-time non superiore al 50%. Ma viene da sé che per i menzionati problemi economici non sono nella condizione di poter richiedere un tempo parziale….
Come posso muovermi per riuscire in questo progetto?
Sottolineo, anche se è ovvio, che la possibilità di esercitare altre professioni, previa autorizzazione, esiste per alcune categorie: i medici in primis, per arrivare addirittura agli insegnanti, per i quali esiste addirittura un “regime speciale”.
Sottolineo altresì che i medici risultano essere categoria particolarmente “protetta” in molti sensi….un medico durante la Scuola di Specializzazione è pagato; uno Psicologo per frequentare una Scuola di Specializzazione deve pagarla profumatamente, in quanto la maggior parte sono scuole private, riconosciute dal MIUR (quelle pubbliche sono pochissime e in Liguria, nello specifico, non ne esistono).
E parliamo degli insegnanti: per quale motivo per loro la Legge prevede un regime speciale? Guadagnano molto più di un amministrativo pubblico, in rapporto alle ore di lavoro, eppure è loro consentito di svolgere altre attività retribuite; per il dipendente pubblico “non speciale” invece esiste “l’esclusività di rapporto”.
Confido in un Vs. riscontro a questa mia….io non mi fermerò.
Non trovo giuste queste “discriminazioni” e soprattutto, non rinuncerò al mio sogno, per realizzare il quale sto lottando e sacrificandomi da 7 anni.
Risposta
O.P. Az. Osp S. Martino (GE)
Per rispondere al quesito è necessario avere copia del regolamento interno citato e l’informazione relativa all’Ente di appartenenza e alla qualifica posseduta.
In linea di principio non ci dovrebbero essere ostacoli allo svolgimento di attività libero professionale, purché non in contrasto e/o conflitto di interessi con l’attività svolta nell’Ente di appartenenza.
Per quanto riguarda la possibilità di avere le Borse di studio per chi frequenta una scuola di specializzazione il problema esiste e l’Aupi ha già presentato ricorso in merito.
Ovviamente le borse di studio, come avviene anche per i medici, sono riservate solo alle specializzazioni universitarie pubbliche, in quanto i posti sono contingentati e programmati.
Infatti anche un medico che frequenta una scuola di specializzazioni privata non percepisce alcuna borsa di studia.
Si condivide assolutamente quanto scrive in merito a quelle che Lei chiama “discriminazioni”.
E in realtà il principio dell’esclusività di rapporto non dovrebbe impedire lo svolgimento dell’attività libero professionale purché non in conflitto di interesse, come già riportato.