Roma, 28 apr. (Adnkronos Salute) – Riconoscere la specificità dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Lo chiedono i sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn, in una lettera inviata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, allarmati per l’annunciata riforma della Pubblica amministrazione. Le organizzazioni sindacali si rivolgono al ministro “affinché per tale comparto vengano adottate politiche appropriate e in certi casi diverse rispetto al resto della pubblica amministrazione”.
“Da qui – scrive l’Intersindacale – la necessità di un suo intervento affinché nella riforma della dirigenza pubblica, che il Governo si appresta a varare, tenga conto della peculiarità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn al fine, non solo, di evitare ulteriori ingiusti tagli alle retribuzioni ma, soprattutto, per eliminare l’omologazione di una classe dirigente che ha prevalenti competenze tecnico professionali e scientifiche rispetto alla dirigenza amministrativa dello Stato e delle Regioni. Gli effetti negativi di tale omologazione sono a tutti ben visibili nell’ambito di un sistema che tende ad appiattire le nostre professioni e a non valorizzarne le peculiarità”.
“E’ per questo – aggiungono i sindacati – che chiediamo di rilanciare con forza la nostra specificità, spingendoci sino a chiedere, ove fosse opportuno o necessario, che le nostre professioni siano ricollocare giuridicamente in un nuovo contesto, consono alla finalità che esse perseguono”. I sindacati auspicano l’intervento del ministro “affinché con la riforma della P.a., anche prevedendo un rinvio a successivi provvedimenti legislativi, sia definito un progetto che introduca meccanismi di premialità e di valutazione, che, definiti attraverso i contratti di lavoro, consentano il passaggio da un sistema che valuta solo la perfomance gestionale ad uno che, viceversa, verifica quello che medici, veterinari e dirigenti sanitari fanno in termini di impegno professionale, competenza e capacità individuale”.
Per le organizzazioni sindacali, “diventa indispensabile il recupero di un’area contrattuale autonoma, in luogo del semplice settore previsto dalla riforma di Brunetta all’interno di un’area Regioni-Sanità che mette insieme professionalità che hanno poco in comune tra loro e modalità lavorative ben diverse”.
“Su questi temi – aggiungono – offriamo la nostra disponibilità ad aprire da subito un confronto per arrivare in tempi rapidi ad una proposta condivisa, ivi compresa la possibilità di un contratto medico, veterinario e sanitario di ingresso nel Ssn con caratteristiche peculiari, che possano essere uno strumento propedeutico all’immissione in ruolo del personale sanitario”.
“Il nostro obiettivo – concludono i sindacati – è recuperare i valori insiti nella nostra professione, perché non è tagliando gli stipendi e peggiorando le condizioni di lavoro che si mantiene e rafforza il Ssn, ma rimotivando i professionisti che lavorano nel servizio pubblico e che ne rappresentano il principale patrimonio”.
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