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Psicologi – Associazione Unitaria Psicologi Italiani, AUPI, dalla sua Rivista Scientifica Link.

 Mariceta Gandolfo è docente presso Liceo di Bagheria (Palermo)

Per il mondo islamico, la partecipazione delle donne musulmane ai Giochi Olimpici rappresenta un dilemma tra interpretazione ortodossa di un testo sacro, il Corano, e gli inevitabili adeguamenti ai cambiamenti di una società sempre più globalizzata. La partecipazione delle donne musulmane ai Giochi Olimpici rientra, dunque, nella generale lotta per la conquista di alcune libertà fondamentali e ha visto momenti alterni di vittorie e di sconfitte, che riflettono le situazioni politiche che attraversano i vari Paesi. Nella lotta delle donne musulmane per il diritto di praticare ogni tipo di sport spicca il nome di Faezeh Hashemi, lei stessa atleta, che, negli anni novanta, con la sua azione parlamentare, ha incrementato l’accesso delle donne alle attività sportive.

Purtroppo, sembra che oggi, dopo la primavera araba, sia in corso una svolta involutiva nei paesi islamici, data dall’incapacità dei regimi nati dalla rivoluzione di fornire lavoro ai giovani e dal fatto che questi stessi regimi minacciano la libertà di stampa e i diritti della donna, rischiando di infrangere lo spirito stesso della rivoluzione.

Ciononostante la judoka saudita, con i capelli raccolti in una cuffia, che ha partecipato alle ultime Olimpiadi rappresenta simbolicamente la caduta di una prima barriera, quella dello sport.

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