Last modified: 23 Aprile 2014
Nel cervello c’è un meccanismo “anti-distrazione”
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Osservando 47 studenti dell’età media di 21 anni, in una serie di esperimenti descritti sulla rivista Journal of Neuroscience, gli studiosi hanno potuto osservare tramite degli elettrodi tutti gli stimoli che arrivano al cervello, scoprendo come tra i partecipanti allo studio ve ne fossero alcuni più concentrati di altri e soprattutto in grado di “selezionare” le cose rilevanti da quelle che lo erano meno, riuscendo quindi a non farsi deconcentrare.
Questo ha permesso di identificare il meccanismo con cui il cervello sceglie o meno di distrarsi quando focalizziamo la nostra attenzione su qualcosa. In particolare poi il team di psicologi si è soffermato sugli stimoli visivi, da cui rischiamo di venire “attratti” in alcune situazioni della quotidianità che richiedono invece la massima concentrazione. Un esempio? Il momento in cui guidiamo l’automobile, durante il quale i molti dispositivi elettronici con cui veniamo a contatto, come i telefonini e i navigatori satellitari, possono distrarci e provocare incidenti: in questo caso, sottolineano gli studiosi, conoscere il modo in cui si può “spegnere” il meccanismo che fa sì che questi dispositivi catturino la nostra attenzione è fondamentale perché può salvarci la vita.
“La distrazione è una delle cause principali di incidenti e morti, alla guida e non solo – conferma infatti il dottor John McDonald, che ha svolto la ricerca -, spesso i dispositivi elettronici con i quali ci confrontiamo ogni giorno sono fatti proprio per attirare l’attenzione, per distrarci: resistere al richiamo di questi segnali richiede sforzo, alcuni ci riescono e altri meno, per questo comprendere i meccanismi che sono alla base dell’attenzione e della
distrazione può essere molto utile”.