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Psicologo delle cure primarie. L’Aupi Lazio chiede incontro con Rocca.

Il Segretario Regionale dell’Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Fabio Sordini, scrive al Governatore: “In molte Regioni sono state o stanno per essere emanate leggi per l’istituzione dello psicologo di cure primarie ed è iniziato in Parlamento l’iter legislativo per una legge nazionale”. Per Sordini è tempo che anche il Lazio “normi l’istituzione di questo importante e strategico servizio di prevenzione e tutela psicologica di prossimità”.

Un incontro con la Regione e un impegno a istituire anche nel Lazio il servizio di psicologo della cure primarie. È quanto chiede il segretario regionale del Fassid-area Aupi (Associazione unitaria psicologi italiani), Fabio Sordini, in una lettera inviata al presidente della Regione Francesco Rocca.

Sordini evidenzia nella missiva come “in molte Regioni sono state o stanno per essere emanate leggi per l’istituzione dello psicologo di cure primarie ed è iniziato in Parlamento l’iter legislativo per una legge nazionale che regolamenti e uniformi a livello nazionale tale figura professionale, stante il perdurare di situazione diffusa di disagio psicologico soprattutto nelle fasce giovanili”.

Per Sordini è quindi tempo che “anche la Regione Lazio o con una delibera di Giunta o con una legge Regionale normi l’istituzione di questo importante e strategico servizio di prevenzione e tutela psicologica di prossimità, la cui imprescindibile necessità è ormai di pubblico dominio”.

L’Aupi esprime quindi a Rocca la propria disponibilità, “quale unico Sindacato di Psicologi (firmatario di tutti i CC NN LL della Dirigenza Sanitaria), per un incontro di confronto sul tema” e, “in particolare, sulle modalità attuative di un auspicabile e necessario provvedimento normativo attuativo del servizio di psicologia delle cure primarie, onde poter evitare successivamente all’approvazione del necessario provvedimento errate applicazioni territoriali che possano produrre inutili intralci temporali e/o impedimenti organizzativi”.

(Fonte: QuotidianoSanità)

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